nessuno, si convince di essere condannato al fallimento, ha paura di deludere i suoi genitori e i suoi professori, non si ritiene all'altezza delle loro aspettative, e pensa di non meritare la loro attenzione: questo lo fa soffrire. Vorrebbe essere diverso e si sente solo.
IPOTESI DI INTERVENTO
Ci si propone di fissare un colloquio con l'alunno per dargli la possibilità di riflettere sulle proprie difficoltà e di inquadrare il problema in modo più preciso, manifestando dubbi, incertezze e paure. In un secondo momento si stabilisce la necessità di coinvolgere la famiglia, di confrontarsi con i genitori sulla situazione, scambiandosi informazioni utili per comprendere i diversi contesti affettivi e relazionali, le modalità di comunicazione, i comportamenti e le abitudini che contraddistinguono la vita dell'alunno. Emergono alcune problematiche emotive che condizionano i processi di apprendimento e le dinamiche relazionali. La famiglia viene incoraggiata ad essere più partecipe, a ritagliarsi momenti per parlare e comunicare apertamente in modo costruttivo, aiutando il figlio nel lavoro a casa. Gli insegnanti decidono di sostenere l'alunno definendo con lui la sua situazione di partenza in termini di punti di forza, risorse, capacità e competenze al fine di alimentare la motivazione e l'autostima. Vengono stabilite delle strategie d'intervento, esplicitando tempi e modalità e fornendo all'alunno alcuni strumenti meta-cognitivi per controllare i propri progressi ed evidenziare eventuali difficoltà. Si propongono all'alunno attività di gruppo per agevolare la socializzazione e la collaborazione con alcuni compagni. Si definiscono periodici momenti di confronto privato con gli insegnanti per monitorare e discutere l'andamento dell'attività.
ANALISI DEL COMPORTAMENTO DEL TUTOR NELLE IPOTESI DI SOLUZIONI PRESENTATE.
L'atteggiamento del tutor così come è emerso dalle soluzioni proposte non sembra tener conto di tutte le sue funzioni.Il tutor ha infatti il dovere di accompagnare direttamente lo studente nel suo percorso di recupero e di superamento delle difficoltà riscontrate. Il tutor deve interagire con lo studente in ogni fase dell'intervento, sostenendone prima di tutto l'aspetto emotivo ed affettivo, attraverso frequenti colloqui e momenti di confronto. Nei casi riportati sono mancate le occasioni di scambio non solo tra l'alunno e gli insegnanti ma anche quelle con la famiglia, indispensabili per la risoluzione della situazione. Il tutor è risultato talora assente, talora superficiale; il suo ruolo di coordinamento delle varie parti non è stato il più delle volte soddisfacente.
TEORIE DI RIFERIMENTO
Le tre soluzioni proposte al caso esposto sembrano attingere a diversi approcci teorici e metodologici della tutor-ship:
- Il primo si ispira all'approccio connessionista centrato sulla dimensione cognitiva e interdisciplinare che rimanda ad autori come E. Morin e B. Pascal.
- Il secondo si ispira all'approccio psicodinamico che pone l'attenzione sulla dimensione affettiva con riferimenti alla psicanalisi.
- Il terzo si ispira all'approccio strumentale che tiene in grande considerazione la dimensione organizzativa.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
La complessità delle dinamiche che stanno alla base delle difficoltà di apprendimento di un alunno è tale da comportare un'attenta analisi della situazione da parte del team docente con la supervisione del tutor. Occorre raccogliere il maggior numero di informazioni possibile per inquadrare in modo realistico la situazione. Sono pertanto essenziali i colloqui in primo luogo con lo studente, in quanto protagonista e destinatario dell'intervento educativo, ma anche con la famiglia che rappresenta il contesto affettivo più importante per l'alunno. Le strategie elaborate dagli insegnanti devono tener conto della dimensione cognitiva, di quella affettiva e relazionale, degli aspetti psicologici che soggiacciono al processo di apprendimento. Non sono inoltre da trascurare l'organizzazione dei tempi, degli spazi, delle modalità di lavoro, per sfruttare al massimo tutte le risorse a disposizione. Il tutor e gli insegnanti devono stipulare con lo studente un patto formativo che espliciti la situazione di partenza e gli obiettivi, investendo sulle capacità e le competenze del soggetto. Per consentire una valutazione in itinere e prevedere eventuali modificazioni è indispensabile predisporre momenti di monitoraggio, di colloquio e di confronto, durante i quali è possibile fornire allo studente le occasioni per auto valutarsi e per elaborare riflessioni metacognitive utili al miglioramento della consapevolezza di sé. L'uso di un approccio integrato risulta il più idoneo alla considerazione di ogni aspetto importante per la crescita di un individuo.
SOLUZIONE PERSONALE
PUNTI DI FORZA
- Il team si riserva dei momenti di approfondimento della situazione attraverso colloqui con l’alunno stesso e con la famiglia
- Viene data rilevanza all’ aspetto emotivo che definisce la necessità di non intervenire solo a livello disciplinare ma di concepire un piano per favorire la comunicazione, la socializzazione, le relazioni, secondo un approccio integrato.
- L’ alunno e la famiglia vengono sollecitati a collaborare con gli insegnanti per il raggiungimento degli obiettivi.
- Sono previsti momenti di autovalutazione, di riflessione, per favorire il monitoraggio.
- Vengono dati strumenti per favorire la meta cognizione.
- L’ attenzione garantita dagli adulti è finalizzata al contenimento delle ansie e delle paure dell’ alunno, che deve recuperare fiducia in sé e negli altri.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Non viene considerato il contributo che può venire dal contesto extrascolastico
- Non è stato sviluppato un lavoro sulle possibili connessioni interdisciplinari
- Non sono state date istruzioni a livello organizzativo
SOLUZIONE 1
PUNTI DI FORZA
- La collaborazione con i compagni aiuta a migliorare i rapporti relazionali, a capire che altri condividono le proprie difficoltà.
- Vengono fornite strategie metacognitive.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Il problema scatenante non è di natura disciplinare.
- L’ alunno viene trascurato a livello emotivo, non gli vengono fornite opportunità per superare difficoltà di comunicazione con la famiglia e con le insegnanti.
- La famiglia non è coinvolta
SOLUZIONE 2
PUNTI DI FORZA
- Viene data rilevanza alla componente emotiva
- L’ insegnante avvicina l’ alunno favorendo così la condivisione del problema e la comunicazione con l’ adulto
- Valorizzare i risultati aiuta a sostenere l’ autostima e la motivazione.
- Il coinvolgimento dei compagni aiuta l’ aspetto relazionale.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- La famiglia è informata ma non è coinvolta in modo attivo nella comprensione del problema, nella ricerca delle cause e delle soluzioni.
SOLUZIONE 3
PUNTI DI FORZA
- Viene tenuto in considerazione l’apporto del contesto extrascolastico, importante per favorire la socializzazione.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- I docenti non si preoccupano di prevedere un colloquio per confrontarsi con la famiglia e verificare l’ ipotesi delle difficoltà di tipo ambientale.
- Non vengono elaborati interventi per migliorare la relazione e la comunicazione dell’ alunno con la famiglia, gli insegnanti, i compagni.
- Non sono approfondite le cause e la strategia di intervento per migliorare l’ apprendimento scolastico.
SOLUZIONE 4
PUNTI DI FORZA
- L’ intervento non è precipitoso ma volto alla vera comprensione della situazione. Viene coinvolta la famiglia per riflettere e confrontarsi con le insegnanti.
- Vengono messe in luce le risorse e i punti di forza su cui investire.
- l’alunno viene coinvolto in modo diretto rendendolo partecipe e sostenendolo nel raggiungimento degli obiettivi.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- I genitori dovrebbero essere aiutati a comprendere la natura dei problemi del figlio e a trovare dei modi per sostenerlo attraverso una buona comunicazione.